BIO
Ex spermatozoo, qualcuno mi aveva informato che Scelba non era più presidente del Consiglio. Appena misi fuori la testa chiesi alla levatrice chi fosse il Ministro degli Interni. Come Tambroni…? Non tirare, rimettimi dentro! Troppo tardi. Venni al mondo il giorno di San Martino, riottoso, muto, incazzato nero. E affamato. Almeno i miei debutti alimentari però non hanno subito scosse, sono stati talmente normali che oggi mangio tutto ciò che di ipoteticamente commestibile mi venga messo sul piatto. Non so cosa siano le fobie alimentari anche se ho spesso (troppo) tollerato quelle del prossimo. Sono figlio di un’italietta semplice ma riscattata dalla fame, nato in un’epoca (lei si…) fortunata: guerra alle spalle, televisore in soggiorno, famiglia agiata quanto basta per non montarsi la testa. Nonna e mamma ai fornelli mi hanno fatto conoscere il contrasto dolceacido della mitteleuropa, la fantasia del semplice e il piacere della spesa. Papà mi ha girato il suo credito con la tavola campana: colore, sostanza e profumo, curiosità e coraggio di osare. Da una parte la civiltà del lardo e del burro, dall’altra la finezza dell’olio d’oliva e io a far da fulcro tra San Marzano a San Daniele, in bilico tra gnocchi di patate e maccheroni, cerniera tra palacinke e sfogliatelle. Potevo desiderare imprinting migliore? Sono assolutamente certo che tutto (affetto e affitto, amore e umore, salute e valute, sesso e cesso, sapere e sapore, perfino comunismo e consumismo) ruoti attorno ad un ben solido cardine alimentare.